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due carte da giocare insieme per migliorare la prevenzione –


In occasione del 1° maggio, il Governo ha dichiarato che stanzierà 650 milioni di euro per la prevenzione sui luoghi di lavoro, che vanno ad aggiungersi ai 600 milioni del Bando Isi 2025, per un ammontare complessivo di 1 miliardo e 200 milioni.

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I finanziamenti alle imprese che realizzano al loro interno progetti di prevenzione restano la strategia principale per far fronte ai dati, non più solo critici perché consolidati, e drammatici perché in crescita, relativi agli infortuni sul lavoro. In particolare a quelli mortali.

Una certa ostinazione sembra proprio che governi i criteri che indirizzano le decisioni istituzionali nel campo della prevenzione dei rischi connessi al lavoro: non che i cofinanziamenti alle imprese per innovazioni con ricadute sulla sicurezza non giochino anche essi un ruolo, ma non si può insistere, guardando anche i risultati, solo su questa unica linea preventiva.

Gli infortuni mortali (Dati INAIL)
  • I numeri provvisori dell’INAIL si riferiscono ai primi due mesi del 2025, e parlano di 138 denunce di infortunio mortale: il 16% in più dello stesso periodo nel 2024.
  • L’anno scorso i morti erano stati 1.090 in tutti, in aumenti rispetto all’anno precedente.
  • Nel 2024 gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 1.090, il 4,7% in più del 2023.
  • Ma nei primi due mesi di quest’anno l’aumento è stato anche più marcato: 138 vittime, contro le 119 di gennaio-febbraio 2024. Un incremento del 16%.
  • Mentre nello stesso periodo le denunce per infortunio complessive siano scese di circa il 3%, sotto quota 90mila.

Le imprese hanno bisogno fondamentalmente di supporto tecnico-gestionale (conoscenze), di cura nel tempo (sostegno nel mantenere e integrare le scelte preventive individuate) e di far parte a livello locale di una rete con obiettivi condivisi per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel territorio.

Abbiamo tutti gli strumenti legislativi e operativi per affrontare questo grande tema, anzi gli strumenti sono in continua evoluzione e perfezionamento, ma tutto questo può esser realizzato solo con forti e vivaci strutture preventive a livello territoriale, che passano principalmente per:

  • il rafforzamento dei Servizi di prevenzione salute e ambiente delle Asl
  • il coinvolgimento di tutte le figure istituzionali territoriali
  • l’esercizio del dialogo con le parti sociali e con il loro istituti di cooperazione (Organismi paritetici)
  • quindi per il buon funzionamento dei Comitati regionali e provinciali di coordinamento (Art. 7 D.Lgs.81/2008).

Solo un impegno in uomini mezzi e competenze su questo terreno permetterebbe di generalizzare e intensificare la modalità di intervento dei Progetti mirati, unica modalità ad oggi in grado di coniugare vigilanza e supporto, fondata su una solida conoscenza dei settori nel territorio, su una notevole capacità di trasferimento mediante informazione/formazione, sull’esercizio della funzione di assistenza alle aziende nel corso del tempo.

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Con riferimento agli strumenti sempre più raffinati disponibili per impostare piani preventivi efficaci, cui prima si accennava, val la pena di parlare di un documento pubblicato proprio in questi giorni dall’INAIL, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, Sistemi di sorveglianza e gestione integrata del rischio.

Il documento descrive i risultati della ricerca condotta sul tema dei mancati infortuni e degli strumenti messi in campo per la loro individuazione valutazione e gestione mediante il progetto Condivido

… che attraverso l’attivazione di reti di monitoraggio e la definizione di strumenti e modelli sostenibili (in particolare verso le PMI) per l’approfondimento degli eventi sentinella, mira a valorizzare le informazioni sulle caratteristiche dei near miss lungo due direttrici: aziendale e istituzionale. Internamente alle aziende favorendo la consapevolezza sull’importanza dell’analisi di eventi non infortunistici per migliorare lo sviluppo di soluzioni ed il trasferimento ai lavoratori delle corrette misure per la gestione dei fattori di rischio. A livello di ‘ecosistema’ pubblico, fornendo ulteriori modelli di audit da adottare in azioni di assistenza alle imprese (Piani mirati di prevenzione) e integrando le conoscenze così sviluppate con informazioni e dati provenienti dai sistemi di sorveglianza, anche ai fini della programmazione di ulteriori azioni di prevenzione.

La gestione dei near miss è un tema centrale nei Sistemi di gestione della sicurezza, ma ricordiamo che ha anche un riferimento sul piano legislativo, connesso all’obbligo di cui all’Art. 20 comma e) del D.Lgs. 81/2008.

D.Lgs. 81/2008 – Art. 20 Obblighi dei lavoratori

2. I lavoratori devono in particolare:

Segnalare immediatamente al datore di lavoro al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi …nonché qualsiasi condizione di pericolo di cui vengono a conoscenza…

Obbligo che rimane per lo più inevaso se il datore di lavoro non adotta una procedura di comunicazione dal basso verso l’alto in grado di raccogliere segnalazioni di non conformità e notifiche di mancati infortuni. Il legislatore in questo campo non è entrato nel merito della gestione aziendale della sicurezza, imponendo un obbligo per la gestione dei near miss, ma indirettamente richiede l’adozione di una tale procedura che permetterebbe al lavoratore di rispettare l’obbligo di cui all’art. 20.

La mancata diffusione di una procedura di comunicazione (basso –alto) a livello aziendale, pur dimostrando una notevole incoerenza, non solo con le migliori modalità di gestione della prevenzione, ma addirittura con il dettato della legge, non ha raccolto l’attenzione dovuta (ad esempio campagne informative specifiche), mentre nell’ambito del progetto Condivido emerge chiaramente come

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… la prevenzione degli infortuni deve essere sostenuta anche dalle informazioni derivanti dall’analisi dei mancati infortuni (near miss), al fine di ottenere e condividere dati utili per una sempre più efficace gestione dei rischi insiti nelle varie fasi del processo produttivo e favorire lo sviluppo di una maggiore consapevolezza tra i vari attori del sistema prevenzionale.

Condivido quale azione incentrata sulle seguenti direttrici:

  • sviluppo e diffusione di metodologie e strumenti di supporto alle imprese per incrementare le capacità di gestione e analisi dei rischi infortunistici, a partire dalla rilevazione dei mancati infortuni e delle situazioni pericolose
  • coinvolgimento di associazioni, enti bilaterali, organismi rappresentativi nella direzione dell’ampliamento delle reti collaborative pubblico-privato e della condivisione di conoscenze al fine di attivare interventi di prevenzione sempre più efficaci
  • verifica dell’efficacia e della sostenibilità degli interventi attuati e ricadute (in particolare verso le PMI).

Il progetto Condivido (di cui torneremo a parlare più approfonditamente) sperimenta quindi una modalità di gestione dei rischi a livello aziendale, e di supporto alle imprese che la praticano, di notevole efficacia, generalizzabile e da estendere alle imprese indipendentemente dall’adozione di un Sistema di gestione della sicurezza e dalla dimensione d’impresa (praticabile in sostanza anche nelle micro e piccole imprese).

Abbiamo citato solo un esempio tra gli strumenti che un buon funzionamento del sistema di prevenzione territoriale potrebbe valorizzare se, a livello istituzionale, si divenisse coscienti che anche piccole azioni (meno ridondanti delle cifre a tanti zeri che il Governo promette e che l’INAIL annualmente gestisce), se praticate diffusamente e con una metodologia condivisa, possono dare grandi risultati sul piano delle concrete azioni preventive e della riduzione dei rischi.



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