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Primo Maggio: la festa che celebra il lavoro e ricorda i divari: Nord e Sud, donne e uomini, giovani precari


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COSENZA – In Italia, così come in gran parte del mondo, il Primo Maggio è una giornata simbolica nella quale viene celebrata la Festa del Lavoro. Nata per ricordare le lotte operaie di fine Ottocento per la conquista di diritti fondamentali come l’orario di lavoro di otto ore, oggi la ricorrenza rappresenta un’occasione per riflettere sulle trasformazioni del mondo del lavoro e sulle sfide che i lavoratori italiani devono affrontare. 

Primo Maggio: le radici della festa

La Festa del Lavoro affonda le sue radici nel movimento operaio internazionale. Fu istituita ufficialmente nel 1889 a Parigi dal congresso della Seconda Internazionale, in memoria dello sciopero generale di Chicago del 1° maggio 1886. In Italia, il Primo Maggio fu celebrato per la prima volta nel 1891 e, dopo la parentesi fascista che ne proibì le manifestazioni, venne ripristinato come giorno festivo nel 1947. Tradizionalmente, sindacati e lavoratori si ritrovano in piazza per manifestazioni, cortei e iniziative culturali. A Roma, come ogni anno, è atteso il grande Concertone di Piazza San Giovanni, che unisce musica e messaggi sociali, soprattutto rivolti alle nuove generazioni.

Lavoro oggi: luci e ombre nel panorama italiano

Nel 2025 il mondo del lavoro in Italia è attraversato da forti contraddizioni. Da un lato, il tasso di occupazione è salito negli ultimi anni, toccando il 62,1% nel primo trimestre del 2025, secondo i dati ISTAT. Dall’altro però, persistono precarietà, disparità salariali e un crescente divario generazionale.

Giovani e precarietà
I dati mostrano che oltre il 30% degli under 35 ha un contratto a tempo determinato o part-time involontario. Molti vivono in una condizione di working poor, lavorando ma senza riuscire a uscire dalla soglia di povertà.

Donne e lavoro
La partecipazione femminile al mercato del lavoro resta tra le più basse d’Europa. Solo il 51% delle donne italiane tra i 15 e i 64 anni risulta occupato, spesso in settori meno retribuiti o soggetti a interruzioni legate alla cura familiare.

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Sud e Nord
Il divario territoriale continua a pesare: mentre al Nord l’occupazione è cresciuta in modo più stabile, il Mezzogiorno fa fatica a decollare, con tassi di disoccupazione giovanile superiori al 35%.

Le nuove sfide: l’intelligenza artificiale
Il 2025 vede anche l’affermarsi di nuove sfide. L’intelligenza artificiale e l’automazione stanno ridefinendo molti mestieri, ponendo interrogativi sul futuro dell’occupazione. Alcuni settori, come il manifatturiero e la logistica, vivono una fase di riconversione. Altri, come la sanità e l’educazione, richiedono invece investimenti urgenti in capitale umano.

Il lavoro ibrido
La pandemia invece, ha lasciato in eredità un nuovo modello di lavoro ibrido. Lo smart working, inizialmente adottato per necessità, è oggi una realtà per molti impiegati, ma la regolamentazione resta ancora incompleta. I sindacati chiedono più tutele e il diritto alla disconnessione.

Ancora troppe morti sul lavoro

Il Primo Maggio non è solo una celebrazione, ma un’occasione per interrogarsi sulle condizioni dei lavoratori di oggi. In un’Italia dove il lavoro esiste ma spesso è instabile, mal pagato o privo di prospettive, servono politiche attive, investimenti nella formazione e un rinnovato patto sociale tra istituzioni, imprese e cittadini. Il lavoro è dignità, identità, libertà. Celebrare il Primo Maggio significa riconoscere tutto questo. E impegnarsi, ogni giorno, per un mondo del lavoro più giusto e sostenibile. Nel gennaio 2025, l’Italia ha registrato un totale di 60 decessi sul lavoro, segnando un aumento del 33,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Di questi, 46 sono avvenuti in occasione di lavoro, mentre 14 durante il tragitto casa-lavoro.

La Calabria ‘zona rossa’

L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega ha evidenziato un’incidenza di mortalità particolarmente elevata tra i lavoratori stranieri, con un rischio di morte sul lavoro più del doppio rispetto agli italiani. Inoltre, la fascia di età più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni. A livello regionale, la Calabria è tra le regioni con un’incidenza di mortalità superiore alla media nazionale, insieme a Umbria, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Puglia e Piemonte.​ Questi dati sottolineano la necessità di un impegno costante per migliorare la sicurezza sul lavoro e ridurre il numero di incidenti mortali in Italia.

​Nel 2025, la Calabria ha registrato un significativo aumento degli incidenti mortali sul lavoro. Secondo i dati disponibili, nel mese di gennaio si sono verificati almeno 3 decessi, con un incremento del 33,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il primo caso del 2025 ha coinvolto un operaio di 38 anni, Francesco Stella, di Lamezia Terme, che è morto dopo essere precipitato da un’impalcatura nell’area industriale di San Pietro Lametino. L’incidente ha attirato l’attenzione delle autorità, con l’apertura di un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità e verificare il rispetto delle normative di sicurezza sul lavoro. ​A livello regionale, la Calabria è stata classificata come “zona rossa” per l’incidenza degli infortuni mortali sul lavoro, con un indice superiore al 125% rispetto alla media nazionale.

Questi dati evidenziano la necessità di un intervento urgente per migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro in Calabria. Le istituzioni, le imprese e le organizzazioni sindacali sono chiamate a collaborare per implementare misure efficaci di prevenzione e formazione, al fine di ridurre il numero di incidenti e garantire un ambiente di lavoro più sicuro per tutti.​

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Festa del Lavoro: ma non per tutti

Il Primo Maggio è una festività nazionale in Italia, ma non tutti i lavoratori sono esonerati dal servizio. Alcune categorie lavorano regolarmente o su turni per garantire servizi essenziali o attività non sospendibili. Ecco le principali: servizi sanitari e di emergenza: Medici, infermieri, operatori sociosanitari (OSS), personale del 118, ambulanze, pronto soccorso così come le farmacie di turno. Oggi lavorano anche forze dell’ordine e di sicurezza, il personale del settore dei trsporti, gli addetti alla viabilità autostradale, i lavoratori del settore alberghiero, ristorazione e turismo così come le guide turistiche e addetti a musei e siti culturali aperti. Anche il commercio e grande distribuzione ‘non’ celebra la festa del Primo Maggio. Sono infatti aperti alcuni supermercati, centri commerciali e negozi (ciò dipende da regolamenti locali e decisioni aziendali). E ancora i lavoratori dei fast food e delle piattaforme di delivery (come rider), giornalisti, tecnici radiotelevisivi, conduttor e personale dei media online e delle redazioni H24.

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