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Per gli italiani che guardano ad est l’India offre opportunità straordinarie


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Il mercato indiano offre una domanda in continua evoluzione e un contesto sempre più favorevole agli investimenti esteri, grazie a riforme strutturali e programmi governativi come “Make in India”

di Guido Talarico

New Delphi – Ultima puntata del nostro viaggio dagli Stati Uniti negli Emirati Arabi Uniti e fino in India per vedere se e come la politica dei dazi di Donal Trump sta cambiando i target delle nostre aziende che esportano. Oggi ne parliamo con Claudio Maffioletti Ceo della Camera di Commercio Italo/indiana. Da 15 anni qui in India, Maffioletti e’ uno dei massimi esperti di questo mercato e dei rapporti commerciali tra i due paesi che, e’ bene ricordarlo, pensano per 15 miliardi all’anno. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione e delle prospettive che attendono le imprese italiane che vorranno investire in questo paese che offre un mercato da circa 1.5 miliardi di abitanti,

Come è lo stato dell’arte sulle relazioni Commerciali Italia-India?

Le relazioni commerciali tra Italia e India hanno registrato una crescita costante negli ultimi anni, con un interscambio bilaterale che ha superato i 15 miliardi di euro. I settori trainanti sono la meccanica strumentale, l’automotive, la chimica e la farmaceutica, oltre a beni di consumo come arredo e design. Tuttavia, esistono ancora ampi margini di sviluppo in ambiti come le energie rinnovabili, le infrastrutture, la sanità digitale, il design industriale, la filiera agroindustriale dove l’Italia può offrire competenze distintive e ad alto valore aggiunto.

Perché le aziende italiane dovrebbero investire in India?

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L’India rappresenta oggi una delle economie a più rapida crescita a livello globale, con una popolazione giovane, una classe media in espansione e un forte orientamento verso l’innovazione. Nonostante la complessità normativa e culturale, il mercato indiano offre una domanda in continua evoluzione e un contesto sempre più favorevole agli investimenti esteri, grazie a riforme strutturali e programmi governativi come “Make in India”. Le aziende italiane, forti della loro capacità manifatturiera e creativa, possono trovare in India un partner strategico per la crescita.

Quali sono i settori prioritari per le aziende italiane?

I settori più promettenti per le imprese italiane in India includono il
manifatturiero avanzato, il lusso e il lifestyle, l’automotive, le infrastrutture e le energie rinnovabili. C’è grande interesse anche per il design, l’arredo, l’agritech e la tecnologia applicata alla sostenibilità ambientale. Le imprese italiane possono competere con successo laddove qualità, estetica e innovazione sono elementi decisivi.

Che impatto hanno i dazi USA sull’interesse delle aziende italiane verso l’India?

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Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti hanno spinto diverse imprese italiane a diversificare le proprie strategie internazionali. L’India è emersa come un mercato alternativo solido e in forte crescita, con un incremento sensibile dell’interesse da parte di aziende italiane, soprattutto nel manifatturiero avanzato, nella componentistica e nei beni di consumo di fascia alta.

Quali sfide attendono le PMI Italiane in India?

Le PMI italiane incontrano ostacoli legati alla complessità amministrativa, alle differenze culturali, alla distanza logistica e alla complessita’ del mercato: l’India e’ un continente che include tanti mercati diversi e specifici. La nostra Camera di Commercio offre un supporto diretto attraverso servizi di assistenza, ricerca partner, accesso a reti locali e assistenza specialistica. Inoltre, iniziative come VIVITALIA, the Italian Coworking Space in Mumbai aiutano le PMI a inserirsi gradualmente nel mercato con una presenza strutturata ma sostenibile.

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Made in Italy vs. Make in India: come stanno le cose?

Il programma “Make in India” non è in contrasto con il “Made in Italy”, ma può rappresentare un’opportunità strategica. Le aziende italiane possono localizzare parte della produzione, mantenendo però design, qualità e know-how in Italia, rafforzando così la competitività e accedendo a vantaggi doganali e logistici. Si tratta di un equilibrio tra radicamento locale e mantenimento dell’identità.

Come sono gli accordi commerciali e le agevolazioni in corso?

Italia e India beneficiano già di accordi bilaterali volti a facilitare la cooperazione economica, ma un passo decisivo verso il rafforzamento dei rapporti è rappresentato dalle discussioni in corso per un accordo di libero scambio tra India e Unione Europea. Un’intesa di questo tipo, attesa da tempo, trasformerebbe radicalmente lo scenario attuale, rendendo l’UE un partner commerciale privilegiato per l’India, al pari di altri grandi blocchi economici.
L’accordo aprirebbe nuovi spazi per la riduzione dei dazi, la semplificazione delle procedure doganali e la tutela della proprietà intellettuale, rendendo più semplice e conveniente per le aziende italiane entrare e operare nel mercato indiano.
In attesa di tale accordo, le imprese possono comunque avvalersi di strumenti esistenti per mitigare i rischi: l’accesso a incentivi fiscali locali, le Zone Economiche Speciali (ZES), i programmi statali per gli investitori esteri, oltre ai servizi di consulenza e networking offerti da strutture come la nostra Camera di Commercio.

Quali differenze esistono con la Cina e il Sudest Asiatico?

A differenza della Cina, l’India offre un ambiente democratico, una maggiore trasparenza normativa e un mercato interno più aperto alle partnership strategiche. Rispetto ad altri Paesi del Sudest Asiatico, l’India garantisce economie di scala, capitale umano altamente qualificato e un crescente orientamento al consumo di qualità. Questi elementi rendono l’India un partner complementare e, in molti casi, preferibile.

Digitalizzazione e innovazione sono altri due fattori chiave per l’India, vero?

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L’India è un hub globale per l’IT e la tecnologia. Le imprese italiane possono beneficiare di collaborazioni con startup e centri di ricerca indiani in ambiti come l’intelligenza artificiale, la cybersecurity, la fintech e l’automazione industriale. Le sinergie possono svilupparsi anche nell’ambito della manifattura 4.0, favorendo l’integrazione tra creatività italiana e innovazione indiana.

Quali sono le prospettive future nel rapporto tra Italia e India?

Nei prossimi cinque anni prevediamo un ulteriore rafforzamento delle relazioni bilaterali, sia in termini di scambi commerciali sia di investimenti congiunti. L’obiettivo è costruire partnership industriali durature e orientate all’innovazione. Il mio consiglio alle aziende è di avvicinarsi all’India con una strategia strutturata, investendo in relazioni, conoscenza del mercato e visione a medio-lungo termine. L’India non è un mercato “facile”, ma è certamente un mercato “strategico”.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati



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